Fatta la legge, trovato l’inganno

Essere libero professionista in Lombardia in pieno Covid-19 è un bicchiere mezzo pieno di parecchi bicchieri mezzi vuoti.
L’unico bicchiere mezzo pieno forse è quello che (io almeno) posso stare a casa senza rendere conto a nessuno se non a me stesso. I bicchieri mezzi vuoti sono svariati: non ci sono più eventi (non fai fotografie), lo sport è bloccato (non fai fotografie), la gente è triste (non fai fotografie), fare fotografie per strada è una attività “non indispensabile” (non fai fotografie)… non fai fotografie = non fatturi = non guadagni.

All’inizio, i primi giorni, quando era scoppiato tutto questo caos (“paziente Zero”, “esiste Lodi nel mondo”, “zona rossa”, “maledetti cinesi”, eccetera eccetera) ero pronto come a partire in guerra da buon fotografo di reportage medico e sociale, grazie anche a qualche conoscenza nel campo. Ma poi mi sono fermato un attimino e ho pensato: che tipo di guerra è questa?
Questa non è la guerra del reporter che va, fa le foto, racconta una storia e al limite se gli va di sfiga si becca un proiettile. Questa è una guerra dove il reporter si potrebbe portare il proiettile a casa e lasciarlo sparare verso i propri cari.
«È questo quello che voglio?» mi sono chiesto. Ovviamente no.
Quindi mi sono messo il cuore in pace, ho abbandonato qualsiasi desiderio di “scoop” e mi sono imposto di non uscire per 3 principali motivi:
– se non esco evito di contagiare me e chi mi sta attorno (motivo solidale)
– mi è stato detto di non uscire (motivo autoritario)
– non esco perché le attività sono ferme (motivo pratico)

Vien da sè che da quando è uscito sto benedetto Covid-19 le mie fatture sono (e saranno) pari a zero. Cosa possiamo fare? Suicidarci? Per fortuna da questo lato vedo ancora il bicchiere mezzo pieno. A ogni periodo di vacche magre si dovrebbe passare a un periodo di vacche grasse… almeno in teoria. In pratica vedremo.

Eppure non sto lì a riempire i social di cazzate apocalittiche, o complotti assurdi, insulti verso destra o sinistra. O fare carte false per uscire di casa, quando fino a poco tempo fa facevo di tutto per restare nel mio mondo antisociale.

Si perché grazie a questo virus, è stato dimostrato che per l’italiano vale la regola “Fatta la legge, trovato l’inganno”.
Perché in barba a qualsiasi operatore sanitario o politico che esorta a non uscire di casa onde evitare di sparpagliare questa schifezza (anche con l’ARRESTO!!!), molti italiani si sento superiori e invincibili. Forse perché (e qui lancio una provocazione), molti di questi super-eroi sono stati lasciati a casa dal lavoro per contenere il contagio continuando a ricevere il loro stipendio: quindi, che bella vacanza!
Senti dire le solite frasi all’italiana:
1) “ma cosa vuoi che sia! siamo passati attraverso mille crisi, questa ci fa un baffo”
2) “vado solo a comprare le sigarette, rilassati” (oppure, “devo pur comprare il pane ogni giorno no?”)
3) “si faccia i cazzi suoi”
4) “non so niente”
5) ………………………. (compilate a vostra scelta)
E badate bene, questi esempi di frasi non li sentirete mai proferire da tutti i dipendenti pubblici o privati che in questi giorni sono costretti a lavorare (operatori sanitari, cassiere, poliziotti, camionisti, operai ecc). Queste persone chiedono semplicemente di lavorare in sicurezza, non escono a spasso in barba alla legge per farsi i cavoli propri.

Non voglio dire che chi ha la p.iva siano degli stinchi di santo, ma in questi giorni noto quanto stiano soffrendo di più eppure seguono le direttive imposte dallo stato o dettate dal buon senso. Vedo locali chiusi, fotografi che non fanno foto, gommisti senza clienti. Per ogni giorno che stiamo a casa, non guadagnamo nulla. E chissà quando ricominceremo a guadagnare qualcosa, o semplicemente a lavorare… forse per questo non prendiamo queste giornate come vacanze.

Poi magari mi sbaglio, e siate liberi di mandarmi aff….

PS: mi chiederete che cosa c’entra la foto qui sopra. È semplicemente l’ultima foto che ho scattato l’ultimo giorno di “libertà”, nelle campagne pavesi.

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