Quando all’improvviso succede qualcosa e sei fotografo.

Sabato mi sono svegliato presto.
Avevo appuntamento alle 9:30 a Misano Adriatico per ritirare il pass per entrare in autodromo. Non amo fare le cose “tirate” quindi ho deciso di partire alle 3 da casa per arrivare con un po’ di anticipo sulla Riviera Romagnola, al limite avrei fatto tranquillamente colazione e avrei visto il mare prima della giornata di shooting.
In A1 ovviamente incontro il traffico (onnipresente a qualsiasi ora) di chi sta viaggiando verso sud o il mare. Il weekend è da bollino nero, ma l’avevo messo in preventivo quindi la prendo con filosofia e impostato il cruise control a 130 mi godo il viaggio.
Lasciata da poco Parma, le auto davanti a me inchiodano, partono le 4 frecce. E ci ritroviamo tutti fermi. Da parte mia imprecazione di sconforto. “Ma come? In coda alle 4 del mattino?”. Completamente fermi, spengo il motore mantenendo le 4 frecce. Condivido la mia sfiga su un post di Instagram con la classica foto delle auto davanti a te coi freni accesi.
Non passano 5 minuti che in corsia di emergenza sfreccia un camion dei Vigili del Fuoco a sirene spiegate. “Ok” penso “incidente, mettiti il cuore in pace Andrea”.
Dalla Panda ferma dietro a me, scende un corpulento padre di famiglia in canottiera e calzoncini corti. Lo imito, allungo lo sguardo e 10 auto davanti a me vedo un rimorchio completamente di traverso che occupa tutte 3 le corsie e i pompieri che alzano il palo per le luci. Mi si blocca il fiato. La situazione è grave e proprio davanti a me.

Valuto in una frazione di secondo.
Il silenzio è surreale, c’è solo qualche strillo in lontananza, ma oltre ai pompieri nessun mezzo di emergenza.
Sono le 4:10. Apro la portiera del passeggero dove tengo la borsa fotografica (in genere la lascio sempre di fianco a me perché in caso di tamponamento la mia attrezzatura non venga schiacciata nel bagagliaio).
Apro lo zaino e monto un obiettivo 50mm al corpo macchina.
Valuto la posizione della mia auto: in corsia centrale con un autotreno alla mia destra e altre auto alla sinistra.
Corsia di emergenza libera.
Chiudo l’auto e corro verso il camion di traverso.

Mentre corro tra le persone che pian piano stanno scendendo dalle automobili, mi rendo conto che mi sto preparando a rispondere “stampa” a chi avrebbe tentato di fermarmi.
Ma non sapevo ancora cosa avrei visto e come avrei reagito.

L’ho scoperto qualche secondo dopo. Il camion aveva completamente attraversato l’autostrada finendo per schiacciare almeno una automobile, oltre non vedevo nulla. C’erano due persone a terra, qualcuno piangeva, odore di gomma bruciata, un vigile del fuoco stava indossando la giubba.
Scatto una foto: sfocata. Le mani mi tremavano, non respiravo più. Ne scatto un’altra, probabilmente sto fotografando dei cadaveri.

Ero nel mezzo di una situazione che prima o poi (per curiosità) avrei voluto testimoniare. Mi ci sono ritrovato all’improvviso e ho agito da reporter. Ma lì sul posto ho perso il coraggio, o forse ho preso coscienza che c’era gente che soffriva davanti a me e io stavo facendo sciacallaggio gratuito.
E ho abbassato la reflex e pigiato il tasto OFF.

Ho lasciato passare il primo mezzo del 118 e sono tornato alla mia auto, non pensavo più allo scoop ma mi girava in testa la mia voce “lasciamo lavorare i soccorritori”.
Poteva capitare a me se passavo 30 secondi prima. Non avrei voluto che qualcuno stesse lì a intralciare.
Non sono più sceso dall’auto. Mi sono semplicemente goduto una giovane coppia che giocava con la piccola figlia a bordo dell’auto alla mia sinistra.

Share your thoughts

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi